PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo è una delle più celebri piazze di Roma, ai piedi del Pincio. La piazza e la sua porta sono un ottimo esempio di “stratificazione” architettonica, un fenomeno che si è verificato per i continui avvicendamenti di pontefici che comportavano modifiche e rielaborazioni dei lavori edilizi e viari. Sulla piazza affacciano ben tre chiese. […]

Piazza del Popolo è una delle più celebri piazze di Roma, ai piedi del Pincio.

La piazza e la sua porta sono un ottimo esempio di “stratificazione” architettonica, un fenomeno che si è verificato per i continui avvicendamenti di pontefici che comportavano modifiche e rielaborazioni dei lavori edilizi e viari. Sulla piazza affacciano ben tre chiese.

L’origine del nome della piazza è incerta: c’è un’etimologia che deriva “popolo” dal latino populus, sulla base della tradizione che vuole ci fosse, nella zona, un boschetto di pioppi pertinente alla tomba di Nerone, che era lì presso. È notizia storica, comunque, che (Papa Pasquale II) fece costruire a ridosso delle mura una cappella, a spese del popolo romano (quella su cui poi sarebbe sorta la chiesa attuale di Santa Maria del Popolo: del popolo era la Madonna, del Popolo diventò la piazza.

In origine la piazza aveva forma trapezoidale, o stellare, e convergeva verso la porta. Per il grande afflusso di visitatori e pellegrini, Tournon, prefetto francese durante l’occupazione Napoleonica, incaricò Giuseppe Valadier di rivedere la sistemazione della piazza. I lavori, nei quali per la prima volta a Roma non furono usati galeotti, durarono dal 1816 al 1824. Il radicale mutamento fu dovuto alle due esedre aggiunte da Valadier, che diedero alla piazza l’attuale forma ellittica, con due fontane sugli emicicli: una, verso fiume, raffigurante Nettuno tra due Tritoni, l’altra, sotto il Pincio, con la dea Roma affiancata dal Tevere e dall’Aniene. Il dislivello tra la piazza e il colle, fu risolto egregiamente da Valadier con la costruzione delle rampe che salgono al Pincio. L’esedra sul lato opposto, infine, risale al 1814.

Il progetto doveva tener conto degli edifici preesistenti, come le chiese di Santa Maria del Popolo, Santa Maria di Montesanto e Santa Maria dei Miracoli, dell’obelisco, di porta Flaminia e di via del Corso. La cui immagine doveva essere esaltata affinché la loro posizione scenografica suscitasse nei viaggiatore un immediato senso di rispetto per la città pontificia.

E così nella piazza, l’obelisco pagano del dio Sole si ritrovò attorniato da ben tre chiese dedicate alla Madonna!

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