Arte – Culture e Pitura
Daniela Strună è un artista formato in Europa (nata in Romania, stabilita in Italia, a Roma), con studi
specializzati nel campo delle belle arti, a Iași e a Roma. La sua carriera, segnata da impulsi, ma anche da sincope, ha
preso una piega insolita in questi ultimi anni, un periodo che può essere caratterizzato come sperimentale. Fin dalla sua
prima mostra personale – “Gli angeli sono come noi” (Iași, Romania, 2009) – l’artista ha proposto di rovesciare l’immagine
comune del mondo. La battaglia sembra ad essere, sopratutto, una concettuale, perché, se gli angeli sono cone noi, che
bisogno abbiamo noi… di loro?! A chi serve un mondo di angeli che sono… come noi stessi?! Gli angeli, forse, visti come
specchio del mondo? Nei dipinti della prima mostra d’autore, di Daniela, difficilmente potremmo riconoscere i nostri volti.
Ma questo non è a causa delle distorsioni della realtà presenti nelle imagini plastiche di Daniela, ma perchè la nostra
immagine di noi stessi è distorta… Così distorta che, guardando i nostri angeli, i nostri alter-ego, il nostro celeste doppio,
i guardiani delle nostre anime, non ci riconosciamo! Gli angeli ci appaiono come volti che soffrono, come vittime di una
apocalisse alla quale non si aspettavano, apocalisse generata dalla loro convivenza accanto a noi, dalla loro vicinanza
agli esseri umani. Cosi tanto è l’essere umano vizioso, contagioso, cattivo, dominato dalla mediocrità – al suo livello
comune -, che nemmeno gli angeli non sono riusciti ad opporsi. …Sofferenza, tensione, sforzo, prova, disperazione,
grazia, profondità, armonia: tutto mescolato in un crogiuolo di fantasia creativa che dà origine a forme che, volente o
nonvolente, dobbiamo assimilare. Il colore è temperato, senza ‘nuances’ stridenti, con traccie timide di matita che non
forzano lo spazio, tutto caratterizzato dalla mancanza della violenza percettiva, l’imagine prendendo forma poco a poco,
da discreti lampi di luce e colore, imitando la concretezza della vita che evolve perennemente tra le linee, tra i tratti
intersecati, rifiutando la solidificazione, la rigidità . Sono passati quasi sette anni dal suo debutto con una mostra
personale, ed è naturale chiederci che cosa si è successo con i suoi angeli, come sono evoluti, che cosa sono divenuti.
Le ultime creazioni sembrano a voler ridurre al minimo la presenza dell’artistico figurativo, ma continuando la regressione
alle origini, verso la genesi. Questa volta Daniela non si ferma, però, all’universo angelico, ma lo trasgredisce, portando
alla luce dell’occhio l’uovo e il vortice primario. La questione del primo fattore generatore sembra preoccupare così tanto,
l’artista, che finisce ad eludere l’intera superficie concreta disponibile. Le forme sono ridotte fino a suggerire la loro
potenzialità. La tensione degli inizi si fa sentire insieme al fatto che questi inizi ci sono contemporanei. Le tonalità
dominanti di bianco, grigio e – qua e là – le nuances di attenuato blu, concordano con la tematica dell’esperimento
pittorico, assumendo una nota evidente di sobrietà, presupponendo pienamente assunto l’approccio ascetico.
L’attenzione è focalizzata verso il centro della zona dipinta, al punto che amplifica l’atmosfera di mistero, creando una
sensazione quasi fisica di una vibrazione luminosa e sonora. Questa nuova fase di creazione plastica della Daniela
Strună ha il dono di non lasciare lo spettatore indifferente e, per aumentare il suo stato di perplessità, l’artista aggiunge,
ai dipinti stessi, i disegni, gli studi, gli abbozzi che la portò ai risultati finali. La dialettica generata così agisce come
tonico, preparando la ricezione e guidandola verso quello che è destinato ad essere un livello superiore di conoscenza.
Ciprian Voloc (Ph.D., critico d’arte) 03/2016
Complimenti per le tue capacità artistiche ed il tuo talento.
I tuoi quadri hanno qualcosa di specifico, quell qualcosa che ti fa unica.
Esprimono quell’ che tu sei,i tuoi sentimenti ed il tuo essere.